La lettura di questo secondo libro di Serena Beoni – così come era già successo con il primo, L’Amore Rubato- ha suscitato in me un focolaio di emozioni che mi ha mosso alla commozione ad ogni sua pagina. Una volta che ne hai intrapreso la lettura, non è più possibile fermarti e, quando sei giunto all’ultima pagina, ti dispiace riporlo e ti riprometti di rileggerlo almeno un’altra volta! Il tocco delicato e lieve della sua scrittura rende “leggera” la lettura di avvenimenti che hanno drammaticamente segnato la storia del nostro Paese, pur mantenendone intatta la drammaticità.
Muovendo dalla rappresentazione di momenti di vita quotidiana, contestualizzati in una tranquilla comunità montana della Toscana, ma così comuni a emozioni, amori, aspirazioni, sentimenti provati da tante persone in gran parte dell’Italia, il libro trova il suo epilogo drammatico nello spirare dei “venti di guerra” che sconvolgono tutto e tutti, scoprendo quanto male può sortire dall’animo umano.
Per questo, a mio parere, anche se il libro non può essere considerato come un libro “storico” (del quale, peraltro, non ne ha la minima pretesa), si configura, invece, come una testimonianza importante del dramma vissuto dall’Italia con l’epilogo della 2^ guerra mondiale di cui è bene mantenere memoria sia per chi quei momenti ha vissuto personalmente sia per quanti siamo venuti dopo. Grazie Serena.