Cara serena, ho letto tutto d’un fiato il tuo venti di guerra.

Ho faticato un po’ a tenere le fila del racconto con tutti i nomi, ma poi mi sono abituato o comunque dalle azioni capivo chi era il protagonista anche se non ricordavo il nome, nel senso di padre figlio morosa moroso amico nemico.

Il tono è elegiaco pur nella tragedia, traspare ovunque un profondo amore per la vostra terra toscana e per le radici di un territorio che conservano la dignità anche in tempi peggiori, anche a costo della vita il lessico e lo stile sono molto ottocenteschi, limpidi, adamantini, con parole misurate e molto rispettose di quello che nomini, essere umano o inanimato che sia… insomma, brava, appena potrò leggerò l’altro.

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