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Venti di Guerra
Venti di Guerra

Lo scenario sul quale si alternano i sogni, gli amori, le speranze dei protagonisti del nuovo romanzo di Serena Beoni è la splendida terra di Consuma e dintorni, uno dei luoghi privilegiati dal turismo e non, della tanto giustamente declamata campagna toscana.
Anche in questo scampolo di natura la guerra lasciò un segno indelebile. Le truppe tedesche che arretravano si macchiarono di una strage efferata il 25 agosto del 1944 uccidendo una ventina di persone che abitavano i paesi di Lagacciolo e Podernuovo. Sullo sfondo acido e oscuro dipinto dagli eventi bellici si snoda la storia narrata da Serena Beoni che per questo libro attinge dunque alla nostra Storia passata e travagliata a cavallo della seconda guerra mondiale.
Tra i lettori ed estimatori del libro, il generale dei Carabinieri Mario Rocchietti March autore di una calzante prefazione che riportiamo in parte di seguito:

“[…] In Venti di Guerra è magistralmente dipinta la vita quotidiana di una tranquilla comunità montana collocata nel più ampio scenario dei simultanei eventi bellici. In sostanza si è in presenza delle vicissitudini di un minuscolo punto geografico che si inserisce armonicamente nella geografia di un travagliato momento storico.
Emergono per altruismo le figure del parroco, Padre Elia, e della sorella Annetta. Spicca anche l’opera solerte e silenziosa del maresciallo Pellicanò, comandante della Stazione dei Carabinieri. Il sottufficiale svolge un ruolo di primo piano per la sua costante presenza nel paesino montano, per la totale dedizione al servizio della gente e perché è depositario di un irrivelabile segreto che sa celare abilmente: eviterà così peregrinazioni, disagi ed inutili sofferenze alla
sfortunata famiglia Giusti.
Il racconto mette sapientemente in luce i lati salienti dei singoli avvenimenti, intercalandoli con agilità ed
immediatezza. Affronta argomenti di grande drammaticità senza mai rinunciare ad un delicato senso poetico. Risveglia
memorie perdute in chi ha vissuto gli anni della seconda guerra mondiale e della lotta partigiana: ammonisce
implicitamente chi questi avvenimenti non li ha conosciuti.
Il tratto più rilevante, che di certo non sfuggirà al lettore, va comunque individuato nei sentimenti di considerazione e di affetto per i Carabinieri che permeano tutta l’opera letteraria di Serena Beoni.[…]”

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Dicono di "Venti di Guerra"

Cara serena, ho letto tutto d’un fiato il tuo venti di guerra.

Ho faticato un po’ a tenere le fila del racconto con tutti i nomi, ma poi mi sono abituato o comunque dalle azioni capivo chi era il protagonista anche se non ricordavo il nome, nel senso di padre figlio morosa moroso amico nemico.

Il tono è elegiaco pur nella tragedia, traspare ovunque un profondo amore per la vostra terra toscana e per le radici di un territorio che conservano la dignità anche in tempi peggiori, anche a costo della vita il lessico e lo stile sono molto ottocenteschi, limpidi, adamantini, con parole misurate e molto rispettose di quello che nomini, essere umano o inanimato che sia… insomma, brava, appena potrò leggerò l’altro.

Alessandro Feroldi

Esattamente ciò che mi aspettavo, un’altra opera ricca di emozioni, di sentimenti, ma soprattutto una testimonianza di ciò che siamo stati e di ciò che purtroppo è realmente accaduto nei duri anni della seconda guerra mondiale, un testimone che non bisognerebbe mai dimenticare di passare!

Grazie Serena! Spero di leggerti di nuovo!!!!

Federico80

La lettura di questo secondo libro di Serena Beoni – così come era già successo con il primo, L’Amore Rubato- ha suscitato in me un focolaio di emozioni che mi ha mosso alla commozione ad ogni sua pagina. Una volta che ne hai intrapreso la lettura, non è più possibile fermarti e, quando sei giunto all’ultima pagina, ti dispiace riporlo e ti riprometti di rileggerlo almeno un’altra volta! Il tocco delicato e lieve della sua scrittura rende “leggera” la lettura di avvenimenti che hanno drammaticamente segnato la storia del nostro Paese, pur mantenendone intatta la drammaticità.

Muovendo dalla rappresentazione di momenti di vita quotidiana, contestualizzati in una tranquilla comunità montana della Toscana, ma così comuni a emozioni, amori, aspirazioni, sentimenti provati da tante persone in gran parte dell’Italia, il libro trova il suo epilogo drammatico nello spirare dei “venti di guerra” che sconvolgono tutto e tutti, scoprendo quanto male può sortire dall’animo umano.

Per questo, a mio parere, anche se il libro non può essere considerato come un libro “storico” (del quale, peraltro, non ne ha la minima pretesa), si configura, invece, come una testimonianza importante del dramma vissuto dall’Italia con l’epilogo della 2^ guerra mondiale di cui è bene mantenere memoria sia per chi quei momenti ha vissuto personalmente sia per quanti siamo venuti dopo. Grazie Serena.

Domenico

Ancora una volta un bel romanzo, ben scritto e godibilissimo. Nonostante la tragicità della storia reale, peraltro in perfetta fusione con la parte del romanzo fantastica, la lettura è scorrevole e come al solito si legge tutto d’un fiato.

Non si può fare a meno di andare avanti, una pagina tira l’altra. I temi affrontati sono molti, il più importantre sicuramente è quallo che, come si evince dal titolo, riguarda la guerra; ma si potrebbe discutere di molte altre cose quali la violenza sulle donne, la pedofilia ecc.

Tutti argomenti che l’Autrice tocca senza mai cadere nel volgare e in poche parole, ma ben dette, fa capire tanto.Accurata la ricerca storica ma soprattutto interessantissima la Nota dell’Autrice riportata a fondo libro, dove la stessa si fa promulgatrice di una triste vicenda accaduta nel ’43: una vera e propria mattanza da parte di pseudo partigiani filotitini nei confronti di dodici carabinieri. Fatto drammatico e sconosciuto ai più. Io ne sono venuta a conoscenza leggendo questo libro.

Di particolare rilevanza anche se poco reclamizzato da chi di dovere, che l’Autrice, come con il precedente romanzo, devolve tutto il ricavato alla O.N.A.O.M.A.C. e alla U.I.L.D.M. Spero che l’attività narrativa di Serena Beoni non si fermi qui, ma che continui a regalarci perle preziose come questa che ho appeha terminato di leggere. Brava!

Franca
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