Ho scritto questo racconto pensando a Edoardo, un ragazzo allegro e solare, innamorato della vita, tifoso della Nazionale Italiana, ma dal cuore viola, appassionato di ciclismo, di formula uno e di tutti quegli sport che a causa di un mostro chiamato Distrofia non ha mai potuto praticare.
Al ragazzo che ho amato e all’uomo meraviglioso che sarebbe stato, a mio fratello Edoardo.